VITAMINA C
Per lungo tempo lo studio delle proprietà della vitamina C fu limitato dalla sua azione preventiva nei confronti dello scorbuto. Studi condotti nel secondo dopoguerra hanno evidenziato che per impedire l’insorgere della malattia è necessaria l’assunzione di una dose davvero ridotta del composto, dai 5 ai 10 mg al giorno, mentre per dosi superiori ai 60 mg ne inizia l’escrezione con le urine, accompagnata dall’eliminazione dei prodotti del catabolismo della vitamina. Da queste osservazione nacquero le prime indicazioni relative alla Dose Giornaliera Consigliata pari, appunto, a 60 mg.
La vitamina C è necessaria anche per proteggere le membrane cellulari dai danni causati da radicali liberi. A bloccare i processi di perossidazione dei lipidi di membrana ci pensa in realtà la vitamina E, ma l’acido ascorbico svolge un ruolo determinante perché donando elettroni rigenera la forma attiva della vitamina E, pronta ad un nuovo ciclo di reazioni.
La vitamina C svolge un ruolo importante nella difesa da infezioni batteriche. Durante un’infezione i neutrofili assorbono e concentrano al loro interno grandi quantità di vitamina C, raggiungendo livelli da 30 a 100 volte quelli presenti nel plasma. I neutrofili, grazie alla vitamina C accumulata, possono resistere alla tempesta di radicali liberi ed ossidanti che producono e rilasciano contro gli invasori presenti, uccidendoli. Anche in questo caso la vitamina C funziona proprio come un antiossidante, proteggendo dal danno ossidativo i neutrofili nel mezzo della loro battaglia con i microbi, una guerra chimica feroce e brutale.
Diversi studi, sia su modello animale che su umani, hanno indagato il potenziale della vitamina C nella prevenzione di patologie dell’apparato cardiocircolatorio. Studi prospettici di popolazione hanno evidenziato una possibile riduzione del rischio cardiovascolare per elevata assunzione di vitamina C . Un possibile meccanismo d’azione della vitamina potrebbe essere dovuto alla riduzione dei processi ossidativi delle LDL causati da radicali liberi, uno degli eventi che porta alla formazione della placca aterosclerotica.
Alcuni studi di popolazione hanno evidenziato un possibile effetto protettivo, per elevati livelli plasmatici di vitamina C, nei confronti di ictus e altri eventi cerebrovascolari. Anche in questo caso l’effetto presentava una evidente correlazione con un abbondante consumo di frutta e verdura, rendendo difficoltoso stabilire lo specifico contributo della singola vitamina. Studi controllati in doppio cieco, con l’utilizzo di integratori, non hanno invece mostrato effetti apprezzabili e necessitano di ulteriore approfondimento. Diversi lavori hanno mostrato che una elevata assunzione di vitamina C porta ad una riduzione della pressione sanguigna, grazie ad un probabile effetto protettivo nei confronti delle cellule che costituiscono la parete dei vasi e che partecipano agli scambi tra vasi e tessuti circostanti.